Un giardino filosofico si visita con i cinque sensi, e in senso buono
Dopo l'accoglienza, si fa una prima pausa presso il voluttuoso rosaio «Brigitte Bardot», addossato al traliccio muscato che segna l'incrocio dei cammini. Da lì, in che direzione andare?
Da destra arriva un'eco affascinante che invita a superare il grande ponte. Naturalmente, senza ulteriori indugi, ci si può sedere nella radura del ninfeo della Dama bianca per ascoltare il dialogo dei musicisti con gli uccelli, o quello dell'attore con il suo ultimo fiore; Ma andare avanti e andare da questa parte nel fossato sarebbe un controsenso.
La visita logica e ragionata allo stesso tempo sensuale del giardino inizia a sinistra con la scoperta dell'orto, dei recinti che danno inizio allo spirito del luogo, e prosegue nel frutteto, dove si trovano tra i frutteti curiosità alla moda e belle persone circondate da fiori o vimini, che rivelano i segreti del loro savoir-faire. È da qui che si scende nel fossato, la cui lunga e verde colata tra alte mura e ruscelli scintillanti conduce alla bambù che incornicia il piccolo ponte, da dove si raggiunge la radura dove, non lontano dalla Signora bianca, si esibiscono gli artisti incaricati di affinare la nostra comprensione del mondo...
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