Giardino Bortolotti detto dei Ciucioi
Vicolo dei Ciucioi, 1 - 38015 LAVIS (TN)
- Provincia di Trento
- Trentino-Alto Adige
Creazione unica di un personaggio singolare, il Giardino Bortolotti detto dei Ciucioi – (denominazione storpiata dal toponimo in lingua tedesca Zum Zoll = alla dogana) - rappresenta in modo esemplare la peculiarità dell'architettura del verde nel contesto alpino.
Il complesso porta il nome del suo creatore, Tommaso Bortolotti (Lavis, 1796-1872), che destinò ogni risorsa alla realizzazione del suo visionario progetto articolato in un misterioso percorso iniziatico che risale sette livelli di terrazzamenti, caratterizzati da sorprendenti artifici costruttivi funzionali alla coltivazione degli agrumi e piante mediterranee. Dopo la morte del proprietario, l'architettura si mantenne sostanzialmente integra fino ai primi decenni del Novecento, mentre la vegetazione originaria iniziò una progressiva decadenza; nel corso del secolo, il giardino, soggetto a numerosi passaggi di proprietà, perse le sue caratteristiche formali, con l'avanzamento della vegetazione infestante, diffusi crolli dei terrazzamenti laterali e il dilavamento degli intonaci a calce che definivano le antiche scenografie.
Il Comune di Lavis ha acquistato il Giardino dei Ciucioi nel 1999 e, dopo anni di restauro, nel 2019 ha aperto al pubblico questo tesoro di inestimabile valore e ricchezza.
Straordinario paesaggio verticale appoggiato sul porfido vivo di una cava medievale, il giardino Bortolotti è un luogo misterioso. Costruito come un insieme di elementi composti per sovrapposizione, appare una sorta di città ideale, scaturita direttamente dalla roccia, in un connubio mirabile tra artificio e natura, dove le superfici verticali superano per estensione quelle orizzontali e le opere in muratura sopravanzano gli spazi verdi. Gli ambiti architettonici principali sono affiancati e arricchiti da ambiti secondari, che, restando a margine dell'itinerario, legano il giardino al paesaggio circostante. L'antico ingresso immetteva al camminamento a spirale attorno alla “casa del giardiniere”. Il percorso di elevazione, metafora di un itinerario iniziatico, dà accesso alle singole terrazze e permette sempre la vista del “palazzo”, della “chiesa” e del “castello”. Dai primi livelli, con ripide e strette scale, si sale toccando i vari ambienti del giardino fino alla serra, destinata alla coltivazione dei limoni. Da qui, con scale sinuose scavate nella roccia, si passa ai gradi superiori fino alla “chiesa”, o, con stretti passaggi, alla terrazza e alla torre.
Dietro la facciata del “palazzo” una enorme cisterna di raccolta dell'acqua alimentava le vasche e le fontane del giardino, tramite un sistema per caduta, dall'alto al basso, attraverso tubazioni in metallo o canalette in legno.
Dopo la morte di Tommaso Bortolotti i passaggi di proprietà ed i cambiamenti nella destinazione d'uso del giardino hanno determinato la decadenza della vegetazione originaria.
Della sua consistenza e tipologia non rimane alcuna documentazione se non una menzione in un saggio del 1927 in cui Luigi Sette descrive che originariamente il giardino conteneva “magnifiche piante rare ed esotiche in due vaste serre: palme, magnolie, aranci, limoni, nespoli del Giappone ed erbe aromatiche”.
Dell'originario impianto vegetale del giardino sono tuttora presenti solo alcuni cipressi, vari esemplari di Iris germanica, poche emergenze di Hemerocallis fulva e un insediamento localizzato di Opuntia humifusa.
La ricostruzione del patrimonio vegetale del giardino è dunque avvenuta sulla base dei pochi documenti storici, della conformazione a gradoni, della giacitura e dell'esposizione, che delineano le caratteristiche identitarie del luogo: un giardino con piante termofile, mediterranee, rare ed esotiche, limoni ed agrumi da collezione, poche alberature con funzione compositiva architettonica, siepi, bordure ed aiuole con fioriture stagionali.
Sono state già messe a dimora circa 2000 piante perenni appartenenti a 120 specie diverse, 6000 bulbose di 50 tra specie e cultivar diverse, oltre a molteplici specie annuali da fiore.
E' in corso l'ulteriore introduzione sui terrazzamenti di varie tipologie di piante (aromatiche, succulente, rose, rampicanti, fruttiferi a spalliera) sempre attingendo tramite testi di fitocronologia botanica esclusivamente a specie e cultivar che erano presenti in Italia all'epoca della realizzazione del giardino.
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Giardino storico formale e Apertura straordinaria
Accesso
A22 Modena - Brennero uscita Interporto Trento Nord. Segui Via di Spini, proseguire sulla SS 12 direzione Bolzano poi svolta a destra e prendi Sponda Trentina, poi di nuovo a destra in Via IV Novembre e poi. a sinistra in Vicolo dei Ciucioi a Lavis. Da Trento Bus n. 17 o Ferrovia Trento-Malé fino a Lavis
Gianni Penasa