Castello di Agliè
Piazza Castello, 1 - 10011 Agliè, Torino, Piemonte
La presenza del verde organizzato intorno al castello data al primo nucleo fortificato, ma la sistemazione del giardino nella attuale connotazione a tre livelli si colloca intorno alla metà del Seicento, con modifiche parziali più tarde. Circa un secolo dopo, e contestualmente alla terza fase di rinnovamento del castello, venne allestito il parco, già lavorato a coltivi: i documenti restituiscono la memoria di un parco geometrico all’italiana, con parterre, labirinti, e padiglioni. Solo a partire dal 1839 il parco ebbe la sua attuale impaginazione romantica mediante una drastica trasformazione dell’impianto settecentesco.
Il giardino e il parco, che circondano il complesso su tre lati, attestano il processo di nobilitazione operato sul territorio dalla presenza del castello, intorno al quale ruotano anche le pertinenze rustiche: il mulino, le cascine Valle, Lavanderia, Allea o La Mandria, la cui facciata aulica è inquadrata nel cannocchiale prospettico di uno dei viali principali del parco.
Il giardino a sud-ovest è organizzato a terrazzamenti posti su tre piani differenziati sorretti da maestose strutture originariamente rivestite a verde: quello basso (1867 ca.) è disegnato all’inglese ed è caratterizzato dalla presenza di grandi alberi, tra cui predominano i platani, il carpino bianco e la quercia rossa; al centro della composizione vi è lo specchio d’acqua circolare. Il piano intermedio (1646-57) a parterre, è caratterizzato dalle composizioni delle siepi in bosso ed è impreziosito da statue e fontane poste entro nicchie. Nel piano più elevato, o giardino pensile, tra le aiuole e le citroniere, sono collocate la colombaia e una piccola fontana.
Il parco, separato nella seconda metà dell’Ottocento dal resto del compendio ducale, si presenta oggi nella versione romantico-paesaggistica assunta solo a partire dalla metà del secolo XIX. Introduce al percorso la grande fontana a ferro di cavallo, impreziosita dalle sculture dei ‘Quattro Fiumi’ realizzate dai fratelli Collino; intorno al “gran prato” si sviluppa l’intreccio dei percorsi. Al fondo del parco è ubicato il lago, diviso in due rami, ognuno con un’isola: su quella maggiore è collocato un padiglione di riposo, un tempo affrescato all’interno e affacciato sull’imbarcadero, una caratteristica costruzione in legno lavorata a rustico. Presso il lago, su una piccola altura, sono sistemati reperti archeologici.
Il parco è stato riaperto nel maggio 2019 dopo un restauro intensivo durato tre anni.
© Dario Druetto