Di tutti i pezzi
Nell'ambito del festival Quinzaine Photographique Nantaise.
Invitato dalla Maison regionale dell'architettura, Sébastien Pageot affronta lo spazio e l'architettura e ci propone una riflessione sul confronto tra la realtà documentaria, la prova visiva che porta la fotografia, e la soggettività del discorso inerente alla prova artistica.
Sébastien Pageot suscita la nostra attenzione per guidarci nella sua osservazione sul nostro rapporto con l'ambiente, e su come costruiamo il mondo che ci circonda secondo i nostri bisogni, le nostre aspirazioni.
Le «Costruzioni» appaiono così come pezzi di scenografia inquadrati stretti che testimoniano, menzogna aiutante, la fabbricazione di edifici e mobili urbani che invadono il nostro mondo.
Gli spazi di Sébastien Pageot non sono sempre identificabili, ma vi si riconosce sempre qualcosa, qualcosa che ci circonda. Lontano dallo spettacolare, dal fiammeggiante, il procedimento non è artificioso. Il punto di vista è sovrano, compone il suo universo grafico. Il processo è semplice, quasi rudimentale. A volte alcuni pezzi di cartone tagliati hanno portato al mare. Ma il modello non è indispensabile, è uno strumento. Il simulacro è pudico e la discrezione non è finta: guardare le visioni di Sébastien Pageot, significa accettare di sbagliare. Crea sorpresa e spinge il lettore, quanto basta per spostarlo verso il passo decodificato: raggiungere il messaggio.
Non bisogna sbagliarsi: il mezzo non è l'obiettivo.
autore del testo: Cédric Wachthausen
Presentata nel quadro del festival Quinzaine Photographique Nantaise 2024, questa mostra è proposta dalla Maison régionale del'architecture.
Co production Casa dell'architettura e Sébastien Pageot.
Con il sostegno dello Stato - Direzione regionale degli affari culturali dei Paesi della Loira, del consiglio dipartimentale della Loira Atlantica e di tutti i partner della Maison del'architecture: