Édouard Albert. Habitat: il concept Minimax 60 anni dopo!
Per la quarta volta, la residenza situata al 48 avenue Eglé a Maisons-Laffitte apre le sue porte. Questa residenza, composta da quasi sessanta alloggi distribuiti su undici edifici, è il frutto dell'ispirazione dell'architetto Édouard Albert (1910-1968) e ha visto la luce alla fine degli anni cinquanta, nel cuore del parco di Maisons-Laffitte, a soli 25 chilometri da Parigi.
Progettata secondo i principi architettonici innovativi della casa Minimax, presentata da Édouard Albert nel 1954 al Salon des Arts Ménagers, questa residenza collettiva si distingue per la sua capacità di preservare la sua integrità concettuale originale.
Come descritto nell'opera di Sébastien Cherruet, Édouard Albert - Un moderno in sintonia con le arti"La casa Minimax comprende due lati inclinati per il tetto, ma, a differenza della disposizione tradizionale, questi lati asimmetrici si incontrano in una nicchia centrale. L'architetto precisa che questa copertura è del tipo butterfly-roof, ben noto ai clienti anglosassoni, in particolare in Canada."
Nonostante i vincoli legati alla struttura degli edifici, l'architetto ha privilegiato un approccio "flessibile" agli allestimenti interni, consentendo così un'evoluzione delle configurazioni interne delle diverse abitazioni in base alle preferenze e alle esigenze dei residenti.
Attraverso diverse abitazioni, è possibile osservare come gli abitanti hanno interagito con l'architettura nel corso dei decenni: spazi aperti e chiusi verso l'esterno, una varietà di volumi interni, un collegamento con i giardini anteriori e posteriori grazie ad un'architettura passante, così come giochi di luce diretta o zenitale grazie alle facciate e alle shed.
Queste giornate dedicate all'architettura offrono un'opportunità eccezionale per (ri)scoprire un grande architetto del XX secolo, noto principalmente per le sue opere iconiche come la Torre Croulebarbe, conosciuta anche come "Grattacielo 1," Costruito nel 1960 nel 13º arrondissement di Parigi, l'edificio di Air France a Orly, costruito nel 1961, o ancora il campus di Jussieu, sul quale lavorava al momento della sua morte prematura nel 1968.
La transizione energetica al Club del Parco è iniziata con successo grazie alla ristrutturazione del tetto, coperto di zinco su uno strato di 18 cm di isolamento in lana di legno. Ciò ha comportato una riduzione significativa, pari al 30%, del fabbisogno di riscaldamento. L'impegno per un'energia più pulita continua con la possibilità di esplorare l'installazione di una rete di riscaldamento geotermico.