Visita guidata del Lanificio Levavasseur
«La sala macchine del cotonificio Levavasseur, oggi spoglia di oggetti meccanici, offre uno spazio formidabilmente abitato di un'epoca attiva, che si immaginava rumorosa, ora immerso in un ambiente dove la natura ha ripreso i suoi diritti. » Sébastien Preschoux
Come rileva Sébastien Preschoux, il silenzio pacifico che regna attualmente sul posto permette di immaginare il trambusto che doveva costituire l'atmosfera di questo sito industriale dove lavorarono fino a 300 operai allo stesso tempo. La splendida sagoma della fabbrica tessile di Charles Levavasseur, maestosa e unica nel suo genere, si erge qui, su un'isola formata dal canale di derivazione e dal corso naturale dell'Andelle. Sui due edifici più grandi, costruiti in mattoni e pietre nel gusto neogotico del XIX secolo, si trovano rosoni e baie ad archi rotti che ricordano l'architettura religiosa del Medioevo. Spesso portano il passeggiatore a confondere le sue rovine con quella dell'abbazia di Fontaine-Guérard, situata nelle vicinanze. Questi dettagli singolari che ne fanno il fascino, portano la fabbrica alla sua perdita quando domenica 23 agosto 1874, senza dubbio per un effetto di lente d'ingrandimento prodotto dall'attraversamento delle vetrate dai raggi del sole, le palle di cotone prendono fuoco. L'incendio della grande filanda ha ragione dei pavimenti e delle travi di legno. Rimangono solo le murature. L'officina di filatura deve quindi essere spostata nella piccola filatura. La storia continua nonostante tutto: nel 1923, la costruzione dell'edificio dei motori diesel, o sala macchine, permette di ospitare i motori che alimenteranno la filatura in energia. Un nuovo incendio, nel 1946, avrà ragione dell'attività industriale sul sito, che poi cessa definitivamente.