Libero accesso alla tastiera d'avorio e d'ebano dello storico pianoforte Pleyel Grand-concert AL 1938 del Teatro di Bligny una sola volta al
Nel 1930, la Maison Pleyel ha deciso di cambiare il design dei suoi pianoforti da concerto e di passare dalle grandi gambe rotonde che erano la sua firma fino ad allora ai piedi quadrati art deco che tutti conosciamo.
Ma cosa fare allora dei pianoforti "fuori moda", tutti di alta fattura che restavano nei suoi magazzini?
Non volendo più metterli in vendita, Pleyel ha deciso di donare questi pianoforti da concerto a opere caritatevoli, e così nel 1930, le antiche "Opere dei Sanatori Popolari di Parigi" Il cui Centro Ospedaliero di Bligny è l'erede diretto hanno ricevuto in donazione il famoso pianoforte Pleyel Grand-Concert AL 1928, quello che si trova oggi al Teatro di Bligny.
Lo si vede in qualche rara foto degli anni '50, a teatro, ma è tutto.
Si sa che ha "vissuto" in diversi luoghi dell'ospedale fino alla chiusura del teatro nel 1971, e poi se ne è dimenticato .
Nei primi mesi del XXI secolo, è stato "ritrovato", sulla fetta in fondo alla fossa dell'orchestra, sepolto sotto una montagna di vecchi materassi, il teatro servendo in quegli anni magazzini dei rifiuti dell'ospedale.
Ma cosa fare allora di questo strumento sublime, relativamente degradato da anni di sonno?
La presidenza del Centro Ospedaliero di Bligny lo ha fatto valutare dalla Maison Labrousse - un riferimento mondiale - che dopo una lunga e minuziosa auscultazione lo ha dichiarato "vivo".
Infatti, la sepoltura sotto vecchi materassi lo ha "salvato" proteggendolo dagli shock termici in un edificio abbandonato e non riscaldato in inverno.
È stato comunque necessario investire 20.000€ per ripararlo: le ghise sono state rifuse secondo i piani di Pleyel; la cassa di legno è stata inviata in Polonia per essere riverniciata a regola d'arte, e infine, dopo molte avventure e lavori di esperti, Ha fatto il suo ritorno trionfale all'ospedale da cui era partito due anni prima.
Giusto in tempo per la riapertura del Teatro di Bligny, anch'esso salvato dall'oblio dopo due anni di lavori e la completa ristrutturazione degli spazi interni: il teatro che conosciamo oggi.
È uno strumento eccezionale dal punto di vista musicale.
Uno strumento come se ne facesse di più, con una meccanica detta "a naso" (nota per nota) in contrapposizione al modello contemporaneo detto "a tamburo" (ottava per ottava) che equipaggia tutti i pianoforti da concerto contemporanei.
È uno strumento eccezionale dal punto di vista storico e patrimoniale,
Ne restano solo 4 ancora funzionanti nel mondo: uno alla Brooklin Académy of Music di New York; uno nella collezione Pleyel; un altro presso un privato, e l'ultimo a Bligny.
Questo storico pianoforte Grand-Concert Pleyel AL 1928 è il principale tesoro del Teatro di Bligny. È protetto tanto quanto la regina d'Inghilterra: "Non ci avviciniamo, non tocchiamo!"
Solo musicisti virtuosi che hanno domato lo strumento hanno il diritto di toccare la sua tastiera di ebano e avorio per sessioni di studio o concerti.
Tranne durante le Giornate europee del patrimonio dove i musicisti di tutte le età hanno il diritto di suonarlo per un massimo di 40 minuti.