Villa André-Bloc
12 rue du Bel-Air 92190 Meudon
- Hauts-de-Seine
- Île-de-France
Classificata monumento storico dal 1983, la Villa André Bloc è opera dello scultore ed editore André Bloc, rimasto celebre per la sua rivista «L'Architecture d'Hui». Costruita nel 1951, questa residenza «casa-laboratorio» è caratteristica del movimento moderno.
Difendendo l'idea di una sintesi della scultura e dell'architettura, André Bloc realizza dal 1960 al 1964 due «sculture - interni», monumentali costruzioni di mattoni.
L'abitacolo 2 in mattoni verniciati a calce e la torre di mattoni rossi che offre un panorama su Parigi sono innanzitutto una sperimentazione plastica dello spazio che ridefinisce la nozione di abitare.
Nella volontà di conservare lo spirito creativo che anima Villa Bloc, Natalie Seroussi fa dialogare ogni anno le sculture - interni di Bloc con la creazione contemporanea, invitando un artista a creare un'installazione in situ. Dal 2008, il pubblico ha così potuto scoprire le proposte di Ernesto Neto, Mathieu Briand, Malachi Farrell, Michel François, Didier Faustin
Tags
Monument historique e Maison, appartement, atelier de personnes célèbres
Accesso
Accesso al 12 rue du Bel Air, 92190 Meudon: 01 45 07 26 60
In treno: direzione Rambouillet o Sèvres-Rive-Gauche o Plaisir Grignon (ogni 15 minuti circa). Consultare le schermate per conoscere la N, banchina. alla partenza.
Partenza da Gare Montparnasse. Scendere alla fermata Bellevue (una stazione dopo la stazione di Meudon) 12 minuti di viaggio + 10 minuti a piedi dalla stazione di Bellevue
All'uscita della stazione di Bellevue, risalire verso l'avenue du Château.
Prendere Rue del'Abbaye, (prima strada sulla destra) girare a sinistra in Rue des Capucins.
Rue du Bel Air si trova al livello del 13 rue des Capucins, sulla destra.
La N A. 12 rue du Bel Air è a una quindicina di metri, piccolo portale nero in legno.
Suonare il campanello al citofono.
In taxi: chiedere al conducente di andare al livello 13 rue des Capucins a Meudon e la rue du Bel Air è proprio di fronte.
courtesy galerie Natalie Seroussi